Nel XVIII secolo, la città di Molfetta, aveva una popolazione di circa 14.000 abitanti. La città era fortemente influenzata dalle sue radici marittime, con un notevole arsenale di circa 30 navi mercantili, oltre a un'economia agricola prospera basata sulla coltivazione di olivi, mandorli, aranci e frumento. Oltre a ciò, Molfetta ospitava anche una fiorente industria manifatturiera, con fabbricanti di sapone "all'uso di Genova" che utilizzavano morchia e soda.
Le donne di Molfetta erano coinvolte in diverse attività, tra cui la tessitura su circa 400 telai, inclusa anche la produzione di reti da pesca. La comunità era dinamica e laboriosa, ma non mancavano le disparità sociali, con una parte della popolazione che viveva in condizioni di povertà.
A questo proposito, Cesare Monna nella sua opera "Notizie delle famiglie nobili molfettane", parlava dell'esistenza di "cinque monti, de' quali quattro somministrano de' maritaggi, ognuno di ducati cinquanta alle povere zitelle; il monte Radivani somministra vestiti, e medicamenti a' poveri; e il monte della Pietà, oltre alle doti suddivisate mantiene pure un ospedale pubblico". In particolare ci soffermeremo sulle "povere zitelle". Bisogna precisare che la parola zitella per molti secoli ha significato "ragazza non ancora sposata". Nel nostro caso, Monna si sta riferendo a giovani donne in età da marito. Fu solo nel tardo Ottocento che venne associato alle donne più anziane.
Un dettaglio estremamente curioso a tal proposito, si trova nella Chiesa di San Bernardino a Molfetta, dove è possibile osservare un'orma incisa su una basola voluta da Onofrio Tattoli. Nell'orma è possibile leggere la scritta "die VI januarii 1739", ovvero nel giorno 6 di gennaio del 1739. Cosa significa? Si potrebbe azzardare una certa affinità con la fiaba di Cenerentola. Nel suo testamento infatti, Tattoli stabilì che ogni 6 gennaio, sette giovani donne bisognose avrebbero ricevuto un lascito per il loro matrimonio, a patto che avessero un piede della stessa dimensione dell'orma.
Una storia particolare, che ci riporta indietro nel tempo, spesso ignorato, ma visibile proprio sotto i nostri piedi.
Bibliografia
M.I. de Santis, Molfetta nella descrizione di viaggiatori del Settecento e le vicende della nitriera borbonica al Pulo, La nuova Mezzina, Molfetta 2010, 15-69.
giovedì 28 settembre 2023 10:00
Anche Molfetta aveva la sua "Cenerentola": la storia di un'impronta misteriosa
Si trova nella Chiesa di San Bernardino e risale al lontano 6 gennaio 1739