
È stata una serata di festa quella che ha celebrato al Teatro Piccinni di Bari i 50 anni di attività della Jazz Studio Orchestra di Paolo Lepore. Un'avventura nata nel 1975, ma a sua volta preceduta da esperienze musicali a tutto campo che avevano già visto Lepore impegnato in veste di batterista nella rock band degli Hugu Tugu e poi, successivamente, con il Jazz Studio Trio, completato al pianoforte da Nico Esposito (ingegnere nella vita) e al contrabbasso da Armando De Cillis (architetto).
Una serata di ricordi e buona musica che ha ripercorso questo mezzo secolo di storia riportando in scena alcuni dei solisti che nella Jazz Studio Orchestra si sono fatti le ossa prima di spiccare il volo per carriere prestigiose. E molti altri ancora, pur non suonando, sono intervenuti seguendo il concerto nell'affollata platea.
Quando l'orchestra tenne il suo debutto, le uniche big bands stabili attive in Italia erano le cosiddette orchestre di "ritmi moderni" della Rai; ogni altra formazione che si presentasse in concerto era inevitabilmente destinata a sciogliersi al termine del tour. Ma l'entusiasmo contagioso di Paolo Lepore funzionò come il giusto propellente e in quella prima edizione l'orchestra riuscì a mettere assieme docenti di conservatorio, giovani studenti e persino, in alcuni casi, musicisti non professionisti, perché in quegli anni, vivere di jazz in Puglia era una chimera e molti coltivavano la propria passione per la musica afroamericana dopo aver smesso i panni di ottico, chimico, avvocato e chi più ne ha, più ne metta.
A rendere possibile quella scommessa, fu anche il varo del decentramento provinciale, grazie al quale le lunghe estati baresi si animarono di cartelloni prestigiosi. E a credere nelle potenzialità della Jazz Studio Orchestra, garantendole negli anni un numero crescente di concerti, fu un funzionario provinciale che di quel decentramento era l'anima: Pietro Centrone. Non a caso, nel corso della serata al Piccinni, Paolo Lepore e l'assessora alla Cultura del Comune di Bari Paola Romano gli hanno consegnato un più che meritato riconoscimento: una targa d'onore del Sindaco Metropolitano di Bari Vito Leccese con la seguente motivazione: "Da cinquant'anni amico generoso e fervente promoter di cento concerti con artisti di fama nazionale ed internazionale".
Tornando alla musica, in cinquant'anni la storia della Jso è stata costellata da nomi di personaggi a dir poco leggendari, come ad esempio Chet Baker, Ernie Wilkins, Art Farmer, Buck Clayton, Lee Konitz o Dizzy Gillespie, per non dire degli italiani Franco Cerri, Giorgio Gaslini o Enrico Intra. Una galleria di celebrità alle quali è inevitabile aggiungere i nomi di molti campioni del jazz pugliese come Pino Minafra e Roberto Ottaviano, Gianluca Petrella e Gaetano Partipilo, Patrizia Conte e Serena Brancale.
Apertasi con un doveroso ricordo di Guido Di Leone, il chitarrista barese prematuramente scomparso, la serata ha proposto alla folta platea un programma vario e trascinante, scandito da un numero di ospiti davvero importante, con le voci di Silvia Anglani, Paola Arnesano, Patrizia Conte, Lucia Diaferia, Stefania Dipierro, Luciana Negroponte, Mario Rosini, Mariagrazia Trentadue, Savio Vurchio, i sax di Roberto Ottaviano e Gaetano Partipilo, la tromba tibetana di Michele Marzella, il pianoforte di Mirko Signorile, oltre ai consueti solisti dell'orchestra.
Pubblico in visibilio e una gran voglia di tornare a fare festa con la Jazz Studio Orchestra in attesa del traguardo dei sessant'anni di attività.
