Oggi racconterò l'altro aspetto della nostra fiera, legato al culto che i molfettesi hanno verso la Madonna dei Martiri. Anche questa volta i testi di riferimento per la mia ricerca sono quelli di De Marco e di Samarelli, che ho citato nel mio precedente articolo.
Si racconta che il 2 ottobre del 1188, i crociati che provenivano dalla Terra Santa portarono a Molfetta una piccola ma preziosissima icona, raffigurante la Madonna con il Bambin Gesù. Era tradizione infatti portare con sé di ritorno dalla Palestina un ricordo come quadri, crocifissi, frammenti di reliquie, che spesso venivano donati (perché si era alla ricerca di assistenza o ricovero) ai benefattori o custodi delle varie "stazioni" presenti sul territorio, ed una di queste "stazioni " dove i crociati sostavano, si trovava nella nostra cittá. Si dice che i molfettesi si innamorarono al primo sguardo del piccolo quadro, e che rimasero colpiti dalla dolcezza che il dipinto esprimeva.
Esso infatti arrivò a Molfetta con il nome di "Madonna della tenerezza".
Solo in seguito gli fu attribuito il nome di "Madonna dei Martiri" per onorare i tanti crociati martiri che erano seppelliti nei pressi della chiesa. Nel giro di pochi anni il culto assunse maggiore importanza, sia per la presenza di un oggetto proveniente dalla Terra Santa, sia per gli innumerevoli miracoli che si sarebbero manifestati, tanto da richiedere la costruzione di una basilica accanto all'Ospedaletto dei Crociati che custodiva l'icona.
L'uso di portare la statua della Madonna dei Martiri in processione ha invece inizio in un tempo relativamente recente, nel 1846. L '8 settembre 1846 per rafforzare ancora di più il legame tra la Madonna e tutta la marineria molfettese, che la proclamò loro protettrice, la statua fu posta su 2 bilancelle a vela per trasportarla fino alla banchina del porto. Da allora la sagra a mare è diventato il culmine delle celebrazioni in onore della compatrona della città. La statua fu scolpita dal napoletano Verzella e fu donata alla chiesa dal concittadino Mauro Oronzo Valente, con la condizione per sé e per i propri discendenti, che la processione dell'8 settembre sfilasse davanti all'abitazione del donante, sita in via Vittorio Emanuele n. 29. Il trasporto per via mare era, come detto, affidato ad una coppia di bilancelle su cui si allestiva una speciale impalcatura. Quindici giorni prima dell'8 settembre, i padroni delle bilancelle effettuavano il sorteggio per stabilire la coppia dei natanti destinati a trasportare dal Santuario alla banchina Seminario, la statua della Madonna. L'imbarco del simulacro sulle bilancelle avveniva alle ore 14 in punto davanti al Santuario. Da qui si iniziava il percorso in mare in lungo ed in largo nelle acque del porto e se il tempo lo permetteva, anche fuori dalla zona portuale. Moltissime barche a remi seguivano la processione e qualche devoto durante il tragitto seguiva a nuoto la processione per sciogliere promesse di voto. Alle ore 17 sulla banchina del Seminario avveniva lo sbarco della statua, attesa dal Vescovo, dal Capitolo della Cattedrale, dal Sindaco e dalle Autorità. I marinai in tenuta da lavoro e a piedi scalzi, trasportavano la statua in Cattedrale attraversando il borgo in festa. Dopo una breve sosta, aveva luogo la processione per la città e successivo rientro in Cattedrale dove la Madonna rimaneva esposta alla venerazione dei fedeli per uno o due giorni. Poi la si riportava al santuario via terra.
Con la bolla di papa Pio XII, il 1° luglio del 1951, la Madonna dei Martiri fu proclamata compatrona della città. Nel cuore dei molfettesi, l'amore e la profonda devozione per la Madonna dei Martiri, sono rimasti sempre immutati nel tempo, indice di autentica religiosità popolare.
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giovedì 08 settembre 2022 05:00 Mirella Cives
La Madonna dei Martiri: fra storia, fede e tradizione
Dall'arrivo dell'icona nel 1188 alla proclamazione a patrona della città