
L'arte a Molfetta è sempre in grande fermento. Dopo l'ultima donazione arrivata al Museo Diocesano all'inizio di quest'anno con una tela di Salvatore Salvemini, la collezione si amplia con quattro nuove opere di arte contemporanea.
Tre sono state donate dall'artista Ignazio Gadaleta, operante a Milano, già docente di Pittura presso l'Accademia di Belle Arti di Brera: un autoritratto giovanile del 1976 e due opere di grande formato risalenti agli inizi degli anni Novanta aventi specifica portata storica nazionale per esposizioni (Torino, Isola del Gran Sasso d'Italia) e bibliografia (Enrico Crispolti, Gillo Dorfles, Luca Beatrice). "Centrico", si rifà ai ricordi dell'infanzia, in particolare al periodo quaresimale, quando nella chiesa di San Bernardino l'artista vedeva coprire i crocifissi con dei panni viola avvertendo profonda e indelebile suggestione. L'opera è formata da quattro elementi triangolari disposti a parete in modo da evidenziare l'apparizione virtuale della Croce nei vuoti intercorrenti. L'altra grande opera è "Eclissi e squarcio", anche qui con un rimando al tempo della Passione, traducendo in forme e colori il racconto evangelico di Luca (23,44-45), nel giorno della crocifissione di Gesù, al momento della sua morte. Entrambe le opere hanno un forte impatto visivo per la costruzione formale di «assolutezze morfologiche» aventi carattere analitico e per l'uso «ispirativo» e vibrante del colore.
Il pittore Michele Paloscia, già docente di Disegno e Storia dell'Arte, nonché di Disegno e Storia della Moda, ha donato un ritratto di Ignazio Gadaleta, portato a compimento quest'anno. Paloscia si è sempre distinto per la sua capacità di rendere vivo il carattere del soggetto ritratto entro un palpitante ma saldo costrutto pittorico.
L'autoritratto di Gadaleta e il ritratto dipinto da Paloscia, insieme, narrano di una storia di affetti "per", "con" e "nella" pittura. Nel 1971 l'appena adolescente Ignazio fu accolto dal giovane Michele nel suo studio (al terzo piano di Via Macina 69, in Molfetta) per essere avviato alle logiche e alle pratiche della pittura. Quello studio rimase nella piena autonoma disponibilità operativa di Ignazio dal 1975 fino ai primi anni Novanta. E la recente volontà di Michele espressa pittoricamente, ancora nello stesso studio, riconnette una linea – come di spirale logaritmica del tempo – di amicizia e reciproco riconoscimento perdurante da 55 anni.
I dipinti saranno allestiti in una sala dei nuovi ambienti del museo in questi giorni e presto saranno fruibili dal pubblico.
Il tema del dono, inoltre, sarà al centro di un'esposizione temporanea dal titolo "LE PAROLE, LE IMMAGINI. Itinerari di fede e arte cristiana attraverso i segni, le forme, i colori della cartapesta" che sarà allestita da settembre a novembre 2025, nell'ambito del progetto che vede protagonisti i Musei, gli Archivi, le Biblioteche delle diocesi d'Italia per il Giubileo 2025 promosso dalla CEI "Nel tuo nome l'arte parla di comunità".