
Molfetta è arrivata a un bivio politico. Due le date chiave: oggi, 10 luglio 2025, il Consiglio comunale si riunisce per discutere una serie di provvedimenti finanziari urgenti; lunedì 14 luglio, invece, toccherà alla mozione di sfiducia contro il sindaco sospeso Tommaso Minervini, fermo ai margini della scena istituzionale fino al luglio 2026 per effetto della misura cautelare che lo ha colpito.
Intorno all'ordine dei lavori si è consumato l'ennesimo scontro tra maggioranza e opposizione. La minoranza aveva chiesto che fosse anticipata la seduta sulla sfiducia, ma la proposta è stata respinta. Il presidente del Consiglio, Robert Amato, ha difeso la decisione affermando che prima di affrontare il destino politico dell'amministrazione sia necessario "mettere in sicurezza" i conti pubblici. Dietro la scelta, spiega Amato, c'è il timore di un blocco immediato della macchina comunale in caso di approvazione anticipata della sfiducia, con conseguente gestione commissariale e possibili ripercussioni sui servizi ai cittadini.
Il Consiglio odierno dovrà infatti approvare variazioni al bilancio 2025/2027, misure per l'equilibrio dei conti, fondi per il sostegno alle famiglie e il riconoscimento di debiti fuori bilancio per oltre 428mila euro. Temi tecnici ma con forti implicazioni sociali. Per Amato, non è il momento di destabilizzare ulteriormente l'ente: la priorità, sostiene, è garantire continuità operativa agli uffici e alle misure in corso. La scelta di non invertire le date ha tuttavia inasprito il clima politico. La minoranza parla di manovra dilatoria, mentre la maggioranza difende la linea della prudenza istituzionale.
Nonostante l'assenza di Minervini, l'ombra della sua sospensione e dell'inchiesta che lo riguarda incomberà anche nella seduta di oggi. Il dibattito rischia di trasformarsi in un confronto indiretto sul destino dell'amministrazione, con il vero giudizio rimandato a lunedì.
In un clima segnato da tensioni e accuse reciproche, Molfetta si prepara a vivere giorni ad alta intensità politica.