
Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Trani, Ivan Barlafante, ha ordinato il sequestro preventivo di un ramo d'azienda di circa 600mila euro dell'Asm, azienda nel settore dei rifiuti, nonché la somma di 1,4 milioni di euro. 7 gli indagati, fra cui Adele Maria Serena Claudio, a capo del consiglio d'amministrazione.
Il provvedimento, eseguito dalla Guardia di Finanza di Bari, è stato adottato dopo una attività investigativa della Procura della Repubblica di Trani nel corso della quale era stato sequestrato il ramo d'azienda di un'altra società del settore rifiuti, la Tras.Mar. di Barletta. Le investigazioni hanno infatti scoperto che, dal 2017 al 2023, l'Asm era stata beneficiaria di «beni, denaro e utilità di ingente rilevanza oggetto di distrazioni patrimoniali in danno» della Tras.Mar., finita in liquidazione.
In particolare l'azienda di Barletta avrebbe «trasferito» all'Asm «la proprietà di un impianto industriale di selezione dei rifiuti provenienti da raccolte differenziate a Molfetta, dopo la stipula di un contratto biennale di "rent to buy" del valore di 594mila euro, senza che l'Asm avesse mai corrisposto alcun canone». Per questo è stato disposto il sequestro, ipotizzando il concorso in bancarotta fraudolenta a carico, fra gli altri, di due ex presidenti, Vito Corrado Paparella e Antonello Zaza.
Le irregolarità nella gestione dell'Asm avrebbero portato «ad aggravare il dissesto della» Tras.Mar. «in quanto risultano sottoscritte plurime proroghe, ben oltre i termini previsti, del contratto di appalto per la gestione dell'impianto e l'aumento del 123,8% del personale, passato da 21 a 47 unità (25 assunte solo nel 2013) in prossimità della scadenza del contratto». E il tutto nella «consapevolezza della "sostanziale perdita economica" dell'Ente derivante dalla gestione del servizio».
Il sequestro preventivo finalizzato alla confisca diretta di 1,4 milioni di euro, invece, scaturisce «dall'ipotizzato concorso dei dirigenti dell'Asm nella condotta di sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte» della Tras.Mar.. Nelle indagini del pubblico ministero Pasquale Festa i militari hanno anche accertato «una gestione difforme rispetto all'autorizzazione per la raccolta di rifiuti, risultati, peraltro, in stato di abbandono e, di fatto, creando una discarica non autorizzata».
Per questo all'Asm è stata contestata la responsabilità amministrativa dell'Ente «per non aver adottato e attuato modelli di organizzazione e di gestione idonei a prevenire reati della specie, alla luce del significativo incremento dei costi». Intanto è stato già nominato un amministratore giudiziario: si tratta di Luigi Labonia.
7 INDAGATI: TUTTI I NOMI: Adele Maria Serena Claudio (66 anni, Molfetta); Filippo Vernola (63 anni, Molfetta); Vito Corrado Paparella (46 anni, Molfetta); Antonello Zaza (47 anni, Molfetta); Silvio Binetti (67 anni, Molfetta); Paolo Depalma (56 anni, Molfetta); Ruggiero Rosario Bruno (60 anni, Barletta).
